Digitale e sprone di cavaliere
Werner Berg realizzò i suoi quadri con i fiori direttamente nella natura – il suo orto infatti era posto vicino all'atelier ed alla casa – sia nelle ore mattutine che serali. Berg amò dipingere i fiori, in particolar modo la tanto amata malva, nel loro ambiente naturale perciò scelse per tanti suoi dipinti un formato estremamente stretto e verticale. Il cielo di solito è dipinto nell'oscuro della notte dalla quale spuntano nella loro luminosità alcuni fiori.
Werner Berg commentò così il suo lavoro: “La notte mi va specialmente a genio, il suono della notte, dell’oscurità. È così anche nel presente quadro con i fiori dove il digitale mi sembra come un suono del violino che lascia il suo suono sopra tutto. Raffigura l'immagine del suono del paesaggio, ma anche l'immagine mia personale. È strano che io proveniente dall'occidente ed essenzialmente uomo urbano, sperimenti in un modo particolarmente forte un suono simile della nazione non mia. Certe volte mi chiedono: »Ma i suoi quadri non saranno un po' tristi?« In questo caso rispondo sempre con un aneddoto di Schubert quando scrisse il Quintetto delle trote e Vogl gli disse: »Francé, questa è una musica gioiosa.« Schubert gli sparò un'occhiata obliqua e rispose: »Tu pensi che esista davvero la musica gioiosa?«